Intervista a L’imprenditore sul post alluvione

TANTA STANCHEZZA E POCHE ASPETTATIVE

La A.st.i.m. di Ravenna – 4,1 milioni di euro di fatturato nel 2022 e 35 dipendenti
– è in qualche modo riuscita a limitare i danni intuendo con due giorni d’anticipo
la portata delle piogge poi riversatesi su quella parte di Romagna.

“Le previsioni erano veramente terribili e così la mattina di mercoledì 17 maggio (l’allagamento
degli ambienti aziendali si è poi verificato intorno alle 22.30 del giorno successivo,
ndr) – abbiamo interrotto tutte le attività cominciando a spostare più materiale
possibile sopra i tavoli e al primo piano della sede che abbiamo nell’area
industriale ravennate – spiega Maurizio Minghelli, amministratore delegato e
socio di A.st.i.m., azienda attiva nel settore dei sistemi di difesa ad alta tecnologia–.

Non tutto, purtroppo, visto che attrezzature, impianti, merci da consegnare
ai clienti le abbiamo dovute forzatamente lasciare a terra in balia degli eventi. Si
è fatto il massimo che era in quel momento nelle nostre possibilità, insomma”.

Acquistate tra venerdì 19 e sabato 20 maggio le scaffalature necessarie per alloggiare
almeno una parte delle cose salvate dall’acqua, anche per la Pmi di
Ravenna è partita la corsa al recupero di un minimo di normalità operativa.

“Le complicazioni sono state per la maggior parte logistiche e si è cercato di venirne a capo
spostando molto materiale nelle altre due sedi, quelle non toccate dall’alluvione”, sottolinea
Minghelli, chiarendo poi qual è stato il grado di solitudine percepito nei giorni a seguire.

“È stato un processo che abbiamo affrontato completamente in autofinanziamento, essendo
per fortuna un’azienda con parecchia liquidità. Nell’emergenza le amministrazioni
locali hanno fatto tutto ciò che potevano, ma da altre istituzioni non è arrivato alcun aiuto.

Stiamo fronteggiando le non poche problematiche derivanti da danni stimabili in
400mila euro e, avendo lavorato per 16 ore al giorno tra maggio e agosto, siamo veramente
stanchi. E, se devo essere franco, non ci aspettiamo più niente, al di là di qualche differito
pagamento di tasse varie, considerato tra l’altro che per gli eventuali ristori non paiono
esistere ancora tempistiche definite”.

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